“Arcano è tutto, fuor che il nostro dolor" Giacomo Leopardi

giovedì 3 gennaio 2008

Giudice delle mie sentenze



Serpe che pendoli dal seno del peccato scavando profonde solcature
Giudice delle mie sentenze
Predicando amori hai deglutito piaceri
Giurando fedeltà hai macellato fragili spoglie.

Stigmate avvelenate da chimica menzogna
Opaca aureola,
Eterno sarà il grido del perdono
Immobile sarà l’innocenza di uno sguardo adornato da insolito sorriso.

Vili suppliche transumano cerumei timpani
Sindromi argute confondono le voci ,
Giudice delle mie sentenze
Guerriero che hai deposto le armi

Trascinando un velo nero
Avanzi nuziale volgendomi un fascio di papaveri
Adagiatamente forsennato al petto .

Putrefatta verità
Soffocante è l ‘odore che stringe la mia gola
Rubando affannosi respiri

Spirito di corpo che lento ti accasci in uno spiazzo avvizzito da candidi crisantemi ,
Madre che hai sorretto il vulvero garretto
Sarà ancora beffardo l’ occulto?

Nessun commento: